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112 | MARIO RAPISARDI |
VII. 1
febbraio 1898.
Commemorate le generose audacie e gli olocausti sublimi onde l’Italia ebbe l’indipendenza, se non la libertà, e siano le vostre commemorazioni stimolo virtuoso agl’ignavi, rimprovero perpetuo ai degeneri, marchio di ferro e di fuoco sulla fronte di coloro che del tempio della Patria hanno fatto mercato e postribolo.
Ma troppo non vi attardate, o giovani, nella contemplazione e nel culto dei solenni ricordi; non vi sviate dalla fede e dall’opera onde le speranze e le utopie degli animi eccelsi dovranno, per legge storica ineluttabile, avere effetto durevole nella giustizia, nella libertà e nella fratellanza di tutti i popoli.
VIII.
aprile 1901.
Io non posso che stigmatizzare la condotta dei professori cosacchi. Fra loro e i maestri di scienza e di libertà hanno aperto un abisso.
Lascino la scuola per la caserma, lascino il libro e impugnino il knut.
- ↑ Per una commemorazione in Catania del 50° anniversario dell’insurrezione degli studenti padovani contro la dominazione austriaca.