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PENSIERI E GIUDIZI 93

buoi; ogni tentativo di libertà e di giustizia s’infrangerà appiè dell’altare, dove il Papato e la Monarchia ci mettono in dito l’anello nuziale fra gli applausi di un volgo che ha più paura della libertà che del disonore.

Si faccia il fascio di tutte le bandiere, di tutte le forze intellettuali e morali del paese, si costringa il governo all’abolizione della legge per le guarentigie, all’applicazione severa di quella sulle corporazioni religiose, alla separazione dei due poteri, alla proclamazione dello stato laico. S’istituiscano università popolari, vi si chiamino ad insegnare uomini di animo libero, di provato sapere, di specchiati costumi, abbiano o non abbiano passaporti officiali, che per lo più non sono altro che specchietti d’allodola e belletto da prostituta. Abbia finalmente il popolo il suo paneficio morale.


XVII.

20 agosto 1907.

Finchè lo Stato avrà una religione, signori della scuola saranno i preti, e ogni tentativo di riforma scolastica abortirà. Liberare la scuola dallo scirro cattolico è desiderio di ogni uomo libero che senta la propria dignità. Adoperarsi a tale emancipazione è dovere precipuo dei maestri tutti. L’opera di costoro sarà tanto più efficace quanto più sarà scevra di fini economici e lontana da qualsiasi ambizione di personali miglioramenti.