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86 MARIO RAPISARDI

coi velenosi dolciumi di un sillabo allumacato di scienza. Sbaragliate la congiurata viltà del fanatismo e dell’interesse che, asserragliata fra il trono e l’altare, lingueggia e braveggia contro la libertà che indeprecabilmente si avanza. L’avvenire è dei forti.


IX.

Troppo, a me pare, bizantineggino i socialisti in questioni di metodo e troppa fede abbiano in certi schemi dottrinari secondo i quali dovrebbe iniziarsi e dentro i quali contenersi la nuova età. E poca o nessuna importanza mi pare che diano a certe questioni di gran momento e nella cui soluzione è la base del nuovo edifizio civile. Mi sembrano simili a un agricoltore che, volendo piantar vigna in uno sterpeto, invece di cominciare dal dissodare il terreno, s’intrattenga coi vicini a disputare su la natura dei vitigni e la lunghezza dei filari...

Volete preparare il popolo a una rivoluzione sociale, e non badate che, prima d’imbeverlo delle nuove idee, bisogna liberarlo dai vecchi pregiudizi: primo e più crudele di tutti, il pregiudizio religioso. Come potete sperare che il seme delle idee nuove germogli e fruttifichi in cuori isteriliti e imbestialiti dal domma? Che avete voi fatto per diradicare la mala pianta? Prima l’indifferenza, peste di ogni vita civile; poi la tolleranza scientifica degli insidiatori perpetui della libertà;