Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
PENSIERI E GIUDIZI | 83 |
ta istituzione medievale, che più non avrebbe ragione di esistere, stende le sue branche vischiose oltre il presente, e si accaparra, come può, l’avvenire. E la gloria di questo rigoglio postumo del cattolicismo è dovuta a Leone XIII e, bisogna essere giusti, alla connivenza degli ideologi.
V.
1 maggio 1906.
In tanto inciprignire di chieriche e irruzione di celtiche arpie, precipuo dovere dei giovani è di raccogliersi intorno alla bandiera dello stato laico, intimare ai rappresentanti del popolo di spingere con ogni lor potere il governo a mettere in opera la legge su le corporazioni religiose, promulgata da tanti anni e trascurata dai governanti a servizio dei nemici perpetui della civiltà.
Illuminate, miei cari, la coscienza del popolo, ottenebrata dai mestieranti del pulpito e della cattedra, distratta e invilita da una letteratura impensata e da una politica abietta.
Combattete, con in mano la legge, quando più legalmente potete, ma con dignitosa fermezza, con entusiasmo inestinguibile per la salute d’Italia per l’onore della civiltà.
A questo, ahimè, siamo ancora dopo tre secoli del tuo sacrificio, o Giordano Bruno!