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il sabato 75

ricondurle in patria; e potesse sperare che ad altri che a Francesi, si attribuisse, per esempio,

 la nefanda
Voce di libertà che ne schernia
Tra il suon delle catene e dei flagelli,

a me non pare verosimile. Del resto, io non altro voglio indurre da questi fatti, se non che de’ sentimenti suoi di prima del 14, è traccia ben distinta e nel 18, nel qual anno scriveva le due canzoni, e negli ultimi anni della sua vita, nei quali dettava i Paralipomeni. In politica, insomma, sentì presso a poco sempre a un modo. I sentimenti che apprendeva in casa e certo ebbe da giovinetto sino almeno il 15, restarono in lui quasi immutati. Ce ne dispiace? Pensiamo che se per i grandi anni del riscatto avremmo voluto altro, ora però, ora e sempre, dobbiamo trovar giusto il suo “odio delle vane parzialità e prevenzioni„.



VII.


E in religione? Egli era da fanciullo veramente pio: pativa anche di scrupoli e giocava all’altarino con la sua sorella. Recitava alla Congregazione dei Nobili, nella chiesa di S. Vito, i suoi sacri discorsi, e abbozzava inni cristiani. Come tetri questi inni! Al Redentore egli diceva: “Tu hai provato questa vita nostra, tu ne hai assaporato il nulla, tu hai sentito il dolore e l’infelicità dell’essere nostro...„ A Maria: “È vero che siamo tutti malvagi, ma non ne godiamo: siamo tanto infelici! È vero che questa vita e questi mali sono brevi e nulli, ma noi pure