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50 | pensieri e discorsi |
puoi provare anche l’amarezza d’essere posposto, con giudizio spiccio o maligno, e anche d’essere preposto, a tali che tu non ti sogni nemmeno di emulare, a tali a cui tu non pensavi nemmeno, a cui non dovevi, non potevi pensare, assòrto come eri nel tuo piacere o nel tuo dolore. Ti paragoneranno con gli altri e anche con te stesso. Ti conteranno gli anni e le rughe agli occhi, e i capelli bianchi, e non vedono l’ora di dirti che decadi, che rimbecillisci, che muori. Bella carità! E un bel giorno ti butteranno in un canto, dimenticandosi di te, e a torto. A torto sempre, perchè ciò che hai fatto di buono, non deve essere annullato da ciò che poi faccia di men buono; e perchè non può nascere mai un portento tale da far dimenticare quelli che prima di lui trovarono pur una mica di poesia. Sia grande quanto si voglia il poeta che si aggiunge al canone, egli deve sedere su una seggiola, o vogliam dire trono, sola: non ha bisogno di due o di tutte, e che un altro o tutti gli altri si rizzino e se ne vadano.
La gloriola non è per te fanciullo! La poesia pura, quando si legge, fa che il lettore volgare dica: Come si potrebbe far meglio e più! È vero che codesta è illusione d’ornatista... E io penso ai panforti fiorati che sono tanto più belli, e si contemplano così a lungo; ma finalmente gli ornati si gettano e si mangia il panforte solo. Tuttavia ricòrdati, anche per via di questo esempio fanciullesco del panforte fiorato, che generalmente si ammira e loda quel che sta sopra, non quello ch’è sotto.
Ricòrdati che la poesia vera fa battere, se mai, il cuore, non mai le mani.