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L’UOMO GIUSTO DI BARGA




Conoscete, o cittadini e forestieri, l’angolo più quieto della quieta Barga, l’angolo fatto perchè chi abbia segreti motivi di gioia o tristezza, vi si fermi ad assaporarla, la sua tristezza o la sua gioia? Strada erbita, vecchie case, soglie consunte...

Man mano che si va innanzi, la via è più raccolta e silenziosa. In vero ella è come la Via sacra che conduce al sacro Clivo, alla piccola Acropoli, al Castello, di Barga; al Castello col Duomo, i Lavelli e l’Arringo: l’antico tempio, il vecchio sepolcreto, il verde sagrato, dove all’ombra della chiesa, accanto ai loro morti, i vostri antenati, o Bargei, si radunavano a far loro partiti di pace e guerra in difesa della cara libertà e in onore della dolce patria. Ora nell’Arringo ruzzano in qualche ora del giorno i vostri ragazzi: nei Lavelli non sono più nemmeno le vecchie ossa — il camposanto è morto anch’esso — : solo il Duomo raccoglie in sè tutte le vostre memorie e glorie, e parla a tutta la valle con la voce soave e profonda delle sue campane. Ai piedi di quel vostro Campidoglio villereccio, che ha pur la sua storia e la sua poesia, è dunque la Via sacra, e nella Via