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296 | pensieri e discorsi |
XII.
Si abbracceranno nel gran giorno, prima di marciare alla morte, per difenderla, la cara madre, tanto nobile quanto povera. E tu parla, in segreto, all’Invisibile, di quel gran giorno, se spunterà, in cui dovremo, difendendo ciò che è già nostro, ripetere ciò che non è ancor nostro. In segreto, o pio, deprecando e pregando, fremendo e piangendo... Ma dì forte al popolo: Sursum corda!
Prepariamoli questi cuori amareggiati! Non si graffino ora, i destinati a morire accanto! Odimi, anzi: alza la tua potente voce d’apostolo, come io ora ho fatto intendere il mio cicaleccio di discepolo: io per la tua Opera d’assistenza, ma tu per la società che ha il nome e il compito dal Genio dell’italianità, Dante Alighieri!
L’Italia ha bisogno di tutti i suoi figli. Tristi i figli che negano soccorso alla madre; più tristi quelli che alla madre che ne ha necessità, calunniano gli uni il dono degli altri, sussurrandole: “Non prenderlo: è veleno! Viene dai preti! Viene dai massoni!„.
XIII.
Ma il buon vescovo pregherà per tutti: per tutti i figli d’Italia e per tutti gli uomini della terra, per tutte le classi e per tutte le razze. Pregherà che sempre più in tutti soffi questo spirito che porta in alto, pregherà per quelli che ascendono e anche per quelli, infelici, che cadono. Egh accorre, noi sap-