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l’avvento 239

rare la guerra che di regola nasceva dalla guerra, e che si chiamava la rivincita.

Già da tempo il contadino non salutava più il proprietario: la cosa era sembrata bella agli apostoli scacciati.

Già da tempo gli operai delle officine passavano col berretto in capo avanti l’industriale: la cosa era sembrata magnifica ai maestri ripudiati.

Eppure si era sempre dagli apostoli e maestri e poi dai discepoli predicato, che non gli uomini erano in colpa, sì il sistema. A che dunque l’odio?

Eppure! Eppure! Qualche vecchio contadino si ricordava che aveva amato i figli del padrone che ruzzavano coi suoi! Qualche vecchio operaio si ricordava d’aver tenuto in collo quel grande industriale, quand’era piccino!

I vecchi tentennavano il grigio capo.

“Non sarebbe meglio accomodarsi?„ brontolavano.

“No„ replicavano irosi i giovani “no e no: essi ci derubavano, perchè noi siamo le braccia che fanno la ricchezza; e la ricchezza se la prendevano e prendono loro„.

“Ma„ rispondeva timidamente qualche vecchione che ricordava la favoletta di Menenio Agrippa “se noi siamo le braccia, siano essi lo stomaco, o forse, almeno qualche volta, la testa, voi sapete che un corpo può vivere senza braccia, ma senza testa o anche senza stomaco, no„.

“No: vedrete, o nonno, che non può vivere nemmeno senza braccia„.

Così per un pezzo stettero l’un contro l’altro, i due generi inumani: i bambini piangevano dall’una