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230 | pensieri e discorsi |
che ciò che io ho detto, non contradice a ciò che là è scritto.
Non è, questo, un vano esercizio di arte sofistica: trovare il nesso e la somiglianza tra le idee e i sistemi e le credenze più disparate, è servire fedelmente la causa della concordia dell’irrequieto genere umano che non si pacificherà, credete, con la soppressione di questo o di quello, ma con la persuasione di tutti. Dice dunque la Bibbia, che l’uomo fu creato in istato di grazia e di libertà. Subito però (i teologi computano questo tempo a poche ore) fu cacciato dall’Eden; e ciò che si racconta di lui, dopo che fu cacciato, è subito l’uccisione del fratello commessa dal fratello. Non vi è antropologo il quale non debba ammettere che la bestia che diventò l’uomo, era potenzialmente uomo anche quand’era bestia. Era una bestia quella che aveva in sè il suo destino futuro. Nata dal limo, aveva in sè il soffio di Dio. Ma, non ostante questo soffio, ella si mostrò più bestia delle bestie le quali non uccidono così facilmente le loro simili. Si mostrò più bestia delle bestie, non ostante che edificasse le case e le città. Perchè la Bibbia appunto seguita a narrare che fu Caino, la bestia che uccise il fratello, che edificò le prime città!
“O dunque era molto sapiens questa bestia primitiva? E non era cioè bestia, ma homo!„ così obbiettate. E avreste ragione, se l’homo sapiens, svoltosi dalla bestia primitiva, fosse l’uomo veramente uomo. Non era, non è.
È un vecchio concetto, codesto, e non vero, che sia l’intelligenza che distingua l’uomo dal bruto. Non è vero: le case le edifica anche la rondine, e di fango impastato come noi; e la lucciola ha saputo,