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228 | pensieri e discorsi |
E noi allora sognamo il grande sogno novissimo.
C’è qualcuno che fece il male? Oh! infelice! oh! supremamente infelice! Chi reggerà più alla sua vista? chi oserà più rivolgergli la parola? Egli passa, i bambini fuggono, le madri si stringono al seno l’infante, gli uomini gravi abbassano gli occhi. Egli passa tra il silenzio anelante. Ode appena, quando è passato, un bisbiglio sommesso: “È quell’infelice che ha ucciso! È un povero Caino che non dormirà più! Egli va, cammina e cammina, chi sa? per trovare il farmaco che resuscita i morti, e non si trova in nessun luogo!„.
II.
Questo voltafaccia della psiche popolare che dal compiangere il delitto passa a commiserare colui che l’ha commesso, si considera dai più come una malattia dello spirito. E sia. In verità una scienza nuova, e già gloriosa, cerca negli uomini le traccie della degenerazione; e le trova in quelli che soli esamina; che sono o i geni o i delinquenti. Perchè in questi due ordini d’esseri umani le trova, anzi, ella è giunta a riconoscere una parentela tra loro. Ma perchè non istudia essa l’uomo normale? l’uomo che nè commette crimini da esser chiuso in prigione, nè fa capolavori da meritare il Pantheon? Chi sa? ella troverebbe che non v’è uomo al mondo, per mediocre che sia, nè troppo santo nè troppo cattivo, nè alto nè basso che non abbia alcune delle anormalità da loro segnalate nei delinquenti e nei geni.
D’ognun di noi studiando l’albero genealogico, forse troverebbe qualche figura a cui fermarsi; stu-