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216 pensieri e discorsi


E continuerebbe, l’Ombra del magnanimo, con più grave accento: “Voi mi amate tutti, non è vero? E amerete in me l’Italia che amai. E non c’è ancora tra voi giovani (perchè io non credo a clericali giovani!) il partito di disfarla. E anche voi, che vi scaldate al sole dell’avvenire, volete come io volevo, che i popoli si colleghino e l’umanità si unisca, ma non volete certo che il popolo, che io redensi, abbia il triste privilegio di sparire, mentre quelli contro i quali già dovemmo combattere, rimangano.

Or bene: l’Italia è il popolo più minacciato di questo mondo, ed è nel tempo stesso di questo mondo il popolo forse più povero. Come farà a reggersi per vivere? Dal Gianicolo io vedo ancora deserto l’agro di Roma; da Caprera io vedo tuttora deserta la mia Sardegna: per tutto ov’io trasvolo, odo singhiozzi di miseria e d’angoscia. E nel tempo stesso da Caprera e dal Gianicolo e dall’Alpi e dal Mare, invoco, invoco io per voi, più navi e più batterie.

Ebbene, o giovani italiani, questo dissidio tra due necessità m’è morte nella morte. Come si fa? E io dico che, se farete a tempo, voi, giovani, potrete comporre questo dissidio e consolare la mia tomba, presso cui rimbombano i cannoni non sufficienti della Maddalena. Voi sì, o giovani, potrete risolvere questo problema che sembra insolubile; aver più forte armata e più forte esercito, e spender meno, sì da avere di che seccar le paludi e dissodare i deserti. Chè ciò potrà avvenire sol quando saranno sparite le diffidenze che nascono dall’esser l’Italia un campo, sin ora quasi incruento, di battaglia, in cui le grandi masse dei partiti stanno bensì con l’arma al piede, ma si ten-