Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
192 | pensieri e discorsi |
gliere. E forse lo vuol destare, il suo mare, e gli dice con ripetìo eterno:
— Vieni, vieni su me! andiamo a combattere sull’Atlantico, andiamo a sognare sul Pacifico! Vieni ad arrampicarti sulla snella alberatura della Costanza, che era così bella! La tua giovinezza l’abbelliva. Tu non sapevi allora che c’era una patria da redimere; ma il nome del brigantino era già l’augurio della tua vita. Vieni sulla Speranza! La Speranza che ti ricondusse in Italia, si culla ancora nei mari d’Italia: vieni a issarvi la tua bandiera, vieni a cantarvi il tuo canto! Torniamo al Fiume di argento. C’è tanta Italia che lavora sulle rive del gran fiume! Si amano, colà, tra loro, Italiani e Argentini, e lavorano concordi, parlando le due lingue, che tu, amigo, conosci bene, tutte e due. Navighiamo alle porte del Tevere: andiamo a vedere coloni più vicini, i coloni di Ravenna, che mietono. Ti farà piacere vederli: sono tuoi soldati che hanno la vanga invece del fucile. La tua vista farà loro dimenticare la febbre. Tanto più che non vedono ormai un altro, il tuo amico Re, che andava a stringere le loro mani incallite... Andiamo anche più presso: andiamo a Spezia: non ti fermerai al Varignano. Vieni, col tuo gran cuore marino i cui palpiti sono alisei e monsoni, ad esultare avanti la Regina Margherita... Una nave d’Italia, non la donna d’Italia: avanti questa, povera donna, ormai si piange... Ma esulterai avanti la più grande e bella nave del mondo, che porterà “la nostra bandiera alle feconde lotte della pace e del lavoro„, e sì, quando occorra, “anche ai pericoli delle battaglie, ove siano dritti da difendere e glorie da conquistare„, Sono parole che ha mandate la donna alla nave, da lontano, ove ella