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una sagra 189


E voi giovani calabro-siculi avete pensato a questa verità, quando, in tanta copia di persone più degne di me, tra tanta gloria di miei illustri colleghi e vostri concittadini e maestri, avete scelto, a inaugurare le vostre feste, me, benchè, anzi perchè non siciliano o calabrese. E avete forse pensato che chi è stato adottato in una famiglia, e, senz’obbligo alcuno da parte di lei, ospitato e amato, non è generalmente quello che ricambia con minor affetto l’affetto della sua madre, benchè madre d’elezione.

Cominciate, dunque, le vostre feste. Cominciatele con un pensiero di gratitudine per gli enti locali che conservarono questa sede di studi, predestinata, se il cuore non mi inganna, a più alto avvenire; per coloro che insisterono e insistono al fine che questa sede abbia ciò che le spetta e ciò che le conviene, per i suoi diritti acquisiti e per i suoi destini futuri.

Cominciate le vostre feste, rivolgendo un pensiero di fratellanza ai vostri compagni e ai nostri colleghi delle due altre università siciliane, che sono in ispirito con voi; ai vostri compagni e ai nostri colleghi di tutte le università italiane, che lavorano al medesimo vostro ideale e vedono le vostre medesime visioni, di libertà e di giustizia, di conservazione e difesa patriottica ed umana pace e concordia.

E siate felici, e, ciò che è migliore augurio, fate felici.