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178 | pensieri e discorsi |
torio del pensiero. La autonomia non consisterà nella sola facoltà di amministrare da sè le sue scarse rendite; ma si estenderà a ciò che tocca più da vicino l’essenza stessa dell’Università: alla nomina, per esempio, degl’insegnanti. Sarà la città e la regione, saranno gli studenti stessi, che nell’interesse loro faranno la scelta migliore. E la faranno perchè di qui innanzi “non si farà di nòccioli„; non basterà, voglio dire, agli studenti avere strappata una laurea a professori indulgenti e compiacenti: occorrerà che da maestri seri e severi derivino un’arte che valga alla vita e al decoro e all’onore.
Non saranno giudici dei meriti d’uno scienziato quelli che professano la stessa scienza. Vi sembra forse assurda questa previsione? vi sembra strano il dire che ciò sarà bene? Rispondo interrogando: Vi sembra così giusto e così naturale che il vasaio giudichi del vasaio e il fabbro del fabbro e il poeta del poeta? Sin dai tempi remotissimi si riconobbe questo fatto di debolezza umana:
Figulo a figulo è contro, col fabbro ha ruggine il fabbro,
L’ha col pitocco il pitocco, ce l’ha con l’aedo l’aedo.
Sono debolezze umane, ripeto; e tutti, se vogliono un consiglio sul medico da chiamare, per un esempio, sentono che è meglio che consultino un malato che sia tornato a salute, di quello che un altro medico. Noi siamo abbastanza equanimi quando si tratta di portare avanti e magari di glorificare quelli che sappiamo o crediamo nostri inferiori; ma quando si tratta di pari? quando si tratta di superiori? Eh! via: allora non ci sentiamo provvisti di tanta virtù, e ci sentiamo propensi con tutto il cuore, tanto da