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6 | pensieri e discorsi |
“un pochino, mica tanto!„, “vivere, mica morire!„, e anche “parlò e disse„, “si adunarono e furono tutti in un luogo„. Non mancava di quelle spiegazioni che chiudono la bocca: “ubbidite, perchè ubbidire... è meglio„ “solo devo rimanermene senza parole? Non sta bene„. La chiarezza non è mai troppa: “I pulcini erano otto, e nove con la madre, che aveva fatti i pulcini„, “Aias, quello più piccolo, non grande come l’altro, ma molto più piccolo: era piccino...„. Qualche volta riusciva sublime, ma senza farlo apposta: saltava qualche circostanza, per giungere a ciò che importava più e che era più sensibile. Un divino arciere tirava l’arco “e per tutto si vedevano cataste accese per bruciare i morti„. Il dio supremo mosse il sopracciglio e scosse i capelli, “e scrollò l’Olimpo che è così grande„. Sopra tutto, per far capire tutto il suo pensiero, in qualche fatto o spettacolo più nuovo e strano, s’ingegnava con paragoni tolti da ciò che esso e i suoi uditori avevano più sott’occhio o nell’orecchio. E in ciò teneva due modi contrari: ora ricordava un fatto piccolo per farne intendere uno grande, ora uno maggiore per farne vedere uno minore. Così rappresentava un mare agitato che con le grosse ondate spumeggianti si getta contro la spiaggia, e strepita e tuona, per dar l’idea d’una moltitudine d’uomini che accorre in un luogo; e descriveva uno sciame di mosche intorno ai secchielli pieni colmi di latte, per esprimere il confuso e vasto agglomerarsi d’un esercito di guerrieri.
Questo era il suo solo artifizio, se pure si può chiamare artifizio ciò ch’egli faceva così ingenuamente che spesso la cosa, mediante il suo paragone,