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108 | pensieri e discorsi |
Tuoi cespi solitari intorno spargi
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti,
io sentii nell’anima un profumo di religione e d’amore. Sentii quel non so che di dolce e di solenne, di tenero e di nuovo, come un profumo d’incenso, come un’eco d’inni, di cui era pieno il nostro cuore pio la sera di una festa. Il fiore era sempre quello, e a me non pareva contradizione tra queste parole che pur sono un annunzio di dolore, e altre che erano novella di gioia: tra questa apocalissi e quel vangelo.
Il fiore della ginestra pareva qua attendere nel crepuscolo il piede d’un profeta, d’un apostolo, d’un Dio lontano; là avanti la fiamma inestinguibile della natura distruggitrice, aspettare paziente la sua fine mortale. Ma ne usciva il medesimo profumo, come le due leggi si concludevano tutte e due con un insegnamento di amore, di perdono, di pace!