Oh seguitarli in estasi,
Fra stelle e nebulose;
Dalla region dei fulmini
Incenerir le cose;
Dimenticar le fisime
Delle superbe scuole, 133E i pulpiti, e le stole!...
Poi quando stanca è l’anima,
Povera spia del cielo
Che fruga, e attende, e immobile
Ha sempre agli occhi il velo,
E quando si precipita
Dal carro di Boote 140Piangendo, e a mani vuote....
O fortunate lagrime,
O povertà felice!
Ti sta dell’uomo libero
Il serto alla cervice,
Baci un’antica, indomita
Fede, e un immenso Iddio 147Ti canta in cuor: Son Io! —