PRELUDIO





 
Noi siamo i figli dei padri ammalati;
     Acquile al tempo di mutar le piume,
     Svolazziam muti, attoniti, affamati,
                              Sull’agonia di un nume.4

Nebbia remota è lo splendor dell’arca,
     E già all’idolo d’or torna l’umano,
     E dal vertice sacro il patriarca
                              S’attende invano;8

S’attende invano dalla musa bianca
     che abitò venti secoli il Calvario,
     E invan l’esausta vergine s’abbranca
                             Ai lembi del Sudario...12

Casto poeta che l’Italia adora,
     Vegliardo in sante visioni assorto,
     Tu puoi morir!... Degli antecristi è l’ora!
                              Cristo è rimorto! —