Vissi a fior d’acqua, fra i giunchi materni,
E il sudiciume non cercai del mondo;
Ma l’empia ressa dei calci fraterni
16Turbava il fondo,
E, poichè il fango sal come la nube,
Come l’incenso e la prece devota,
Sul bianco viso del natante impube
20Giunse la mota!
E la beata castità del core,
La pura fede, e la placida speme,
E della mente il vergine fervore
24Sparvero insieme.
L’idea, la casta idea, nei penetrali
Dell’anima crescente all’avvenire,
Per arcano pudor raccolse l’ali,
28E per morire.
Quando, un sorso del calice libato,
Ti assal la pigra voluttà del tosco;
Quando a tutte le maschere hai gridato:
32Io ti conosco!
Amico, i sogni allor sono svaniti,
E tu ti accorgi che diventi serio....
Oh invoca, allora, invoca i santi attriti
36Del desiderio!