L’uno gracchiando alla melma natìa,
L’altro ai santi e alla vergine Maria,
Potean soli ridarmi un’ora lieta;
Tanta vergogna mi mordeva il core 20D’esser poeta.
Uscii — piovendo gocciole sottili,
Le cime nascondea dei campanili
Il nebbione, e la cupola del duomo,
Senza il manico d’or, parea la canna 25Di un pover’uomo.
Mi zoppicava accanto un vecchierello
Tutto avvolto in un lurido mantello;
Era canuto, giallo e macilento,....
Lo urtai; la stoffa che lo mascherava 30Si aperse al vento,
E, come un filo che trovò la cruna,
Un raggio uscì dalla sua falda bruna;
Io gridai come un pazzo: — È lui ch’io scerno,
Non v’è più dubbio, l’ho trovato, è lui, 35È il padre Eterno!
Ah paradiso, purgatorio, inferno,
Alba, sera, meriggio, estate e inverno!
No, non, mi sfuggi, despota adorato;
Non mi sfuggi, e arrossir devi, e pentirti 40Del tuo Creato! —