Uno è il desìo di avvinazzare un prete,
Tanto, da fargli dir che le comete
Son ostie accese,
40E che il mangiare a messa è un crimenlese!
L’altro la sete stupida del bello,
L’invidia per la nuvola e l’augello,
Mentre gli amici
44Qui, fra i bicchieri, se ne stan felici!
Miserere di me che me ne pento,
Miserere nel fulgido momento
Che non so nulla,
48Che ho intero il genio di un bambino in culla.
Giù, giù, giù vino, giù sonno ed oblìo!
E al primo albor su questo cranio mio,
Fanciulla, incidi:
52«Fu un poeta — viator, t’arresta e ridi.»