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138 | PENOMBRE |
VIII
Vidi schifose diventar le belle,
E vidi i buoni diventar cattivi;
Vidi col minio all’anima e alla pelle,
I casti santi e gli angeli lascivi.
E maledissi gli angeli
Per me, per tutti gli infelici, a cui
Avvelenò la giovinetta vita
Il contemplarli, e la manìa precoce
Delle parole dette a bassa voce.
E in mezzo ai santi, candido
Di fedi e di speranze il giglio fui;
Foglia a foglia mi han l’anima spartita...
Ma una perla trovâr fra le mie spoglie,
Quella è la perla che nessun mi toglie.
Perla ove splende un’iride celeste:
Un sorriso di donna amante e bella,
Il crin di un bimbo, e le pupille meste
Della mia madre, e della mia sorella.