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136 | PENOMBRE |
Gote mie cui non seppero i baci
Mascherar del sol velo sincer,
Quando a braccio di donne fugaci
Correvamo i perduti sentier!...
Poichè porvi non vale alla mostra,
Come due palimsesti d’ amor;
E può leggervi il volgo la giostra
Combattuta dai mille dolor;
Poichè al volgo narrarle non lice
Le vittorie dell’aspra tenzon;
E il quattrino dell’uomo infelice
Non ha corso, nè luce, nè suon....
Oh cadete, mie pallide gote,
E sull’ossa lasciate impietrir
L’onestà delle sfingi, le immote
Che al deserto non ponno mentir!
VII
Come un mortale anelava il fuggente
Globo di Venere;
E le montagne sotto il dì nascente
Parean di cenere.