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Lasciate la memoria e la speranza,
     Lasciatele qui fuori ad aspettare;
     Si gridi al mondo, entrando in questa stanza,
     44Dolce pianeta seguita a rotare;

Seguita pure, o docile pianeta;
     Quando nell’aria a faccia a faccia sono
     I secoli di noia e l’ora lieta,
     48Volando si ricambiano il perdono.

Seguita, va! Figli d’Adamo, avanti,
     Che già la noia è al limitar rimasa;
     (Non badate alle imagini dei Santi,
     52Son della vecchia che affittò la casa).

No, il paradiso una stupida cosa,
     Non è qui dentro, nè di talpe un sogno;
     È un’alcova pulita e silenziosa,
     56È il delirio, è l’oblio d’ogni bisogno;

D’ogni bisogno, d’ogni legge umana,
     Di tutti i gioghi alla carne inossati;
     È la palma ove bee la carovana
     60Dei desiderii oscuri e sterminati;

È il sacro Ver per cui l’idea s’inciela,
     È la Materia, la divina antica,
     L’eterna maga che beando svela
     64I segreti del mare e della spica.

È la piscina, e non è sugellata,
     È il nettare che i numi han preferito,
     È la fè d’ogni razza e d’ogni data,
     68È la vita, è la morte, è l’Infinito!»