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XXX.


MARZO




De memoire de rose on n’a jamais
vu mourir de jardinier.


Sull’infanzia dei germi e delle fronde
     Il marzo sbuffa; alle ospitali gronde,
     Alle tiepide tane
     Fa ogni sbuffo assassino
     5Delle speranze dell’april bottino,
     E alle rive lontane
     Caccia un popol di morti e di feriti.
     Son sibili e garriti
     E fischïate fesse:
     10Fin le tegole anch’esse,
     Forse per l’abitudine dei nidi,
     Si credon rondinelle e volan via.
     Fra le spighe gli steli e gli arboretti
     È un lottar di equilibrio e di scambietti
     15Per non schiantarsi, agli schiaffi potenti
     Opponendo gli inchini e i complimenti.