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capitolo decimonono 87

dusse quello dentro e gli diede da bere: poi uscirono tutti e lui rivelante e il Mazzanti furono pregati (?) di andar con loro a Monte Cavallo. Camminando lui domandò, per curiosità, chi fosse quel tale che aveva discorso e che, dopo bevuto, se ne era andato pei fatti suoi e il Civilotti rispose a lui rivelante essere colui un tal Salvatori, il cocchiere del Conte Cini, il quale — ma ciò lui Costantini lo seppe qualche mese dopo — avrebbe dovuto avvertire il Brunetti del quando sarebbe partito il Duca di Rignano, con cui stava per cocchiere il figlio di quel tal Salvatori; e in quella sera costui aveva detto al Brunetti sull’uscio dell’osteria dell’Archetto che il Duca era già partito, per Napoli, gli pare.

«Così, continuando a camminare, il Brunetti, lui rivelante e gli altri menzionati, andarono alla Consulta, dove Brunetti parlò con un Dragone, che lui Costantini riconobbe per quello che era alla Cancelleria col Brunetti stesso il 15 novembre. Il Brunetti andò su per la scala del palazzo con Medori, col Civilotti e con un altro; lui restò nel cortile con Mazzanti, con Marchetti e con Orengo: dopo un poco gli altri quattro tornarono giù con un lume e condussero anche loro, che erano rimasti giù, a perquisire le scuderie, dove cercavano il Cardinale Lambruschini, il quale abitava in quel palazzo.

«Da quella sera passò gran tempo e senza che egli rivedesse alcuno dei sunnominati.

«Tutto questo è il male che lui ha fatto: Giovane, a ventidue anni, inesperto, cercò di vivere alla meglio, in tempi difficili, senza nuocere ad alcuno, ma senza attirarsi odiosità, anche per paura della vita.

«Quanto vi ho detto — prosegue il Costantini — son pronto anche a provarlo coi mezzi i più straordinari. . .».

E qui c’è un segno di chiamata e, riportato lo stesso segno a margine del foglio, ivi, sempre di tutto carattere del Costantini, è scritto così:

«E qui fin da questo momento mi sottopongo a qualunque esperimento chimico (sic) di magnetizzazione animale (!) a subire qualunque esame per la verità mi venga fatto in proposito».