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78 il processo di pellegrino rossi

Ed ecco la istanza:

(Fuori).

«A sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Paolini Presidente del secondo Turno della Sacra Consulta,

Per Sante Costantini Detenuto a San Michele».

(Dentro).

«Eccellenza Rev.ma,

«Le malignità di qualche miserabile, offuscando, con le sue menzogne in modo veramente strano la verità e l’innocenza, fa vedere avanti l’Ecc.mo Tribunale un caos tutto esagerato, tutto travisato, tentando, se potesse, di tenere l’Ecc.mo Giudice nel dubbio e nelle tenebre col sacrificare tanti innocenti, per tenere celati sè stessi coi loro delitti.

«Deciso prima di morire che permettere, per quanto potrò dal canto mio, tanta infamia mi faccio ardito di rivolgermi supplichevole all’Eccellenza Vostra Rev.ma perchè voglia degnarsi, prima di decidere la causa di volermi sentir nuovamente, avendo nuove cose e reali proposte da fare per giungere all’esattissimo scoprimento della cosa.

«Sicuro che l’Ecc.mo Tribunale non vorrà omettere cosa alcuna dal canto suo per rendere giustizia a chi di dovere, così pure vorrà degnarsi di accordarmi tanto favore; e nella speranza di essere esaudito, non manco di porgere fervidi voti all’Altissimo pella lunga e prospera vostra conservazione.

«Li 4 aprile 1854».

Ed ora riproduco il Rivelo stragiudiziale da Sante Costantini indirizzato a Monsignor Presidente del secondo Turno del Supremo Tribunale della Sacra Consulta e da lui consegnato nelle mani del Notaio Cancelliere.

A proposito di questo Rivelo — pur troppo tardivo e pur troppo fallace e menzognero — vedranno i lettori quale formidabile lotta si impegnò fra Monsignor Procuratore Generale Fiscale Benvenuti e il Presidente del secondo Turno Monsignor Paolini da una parte e il coraggioso e integro Avvocato Pietro Gui dall’altra.