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capitolo decimottavo 51

Poi si diffuse a parlare, sempre nello stesso nono esame, delle visite di Bernardino Facciotti e di Luigi Fabri alla Pilotta per la seduzione dei Dragoni, poi tornando alle riunioni dei Fienili, aveva detto che Luigi Grandoni non entrò mai, ma venne due o tre volte a discorrere fuori della porta con Ciceimacchio e con lo Sterbini, e poi finalmente, venendo a parlare della grande riunione delle Duecento persone della sera del 13 novembre disse le parole di sopra per intero riportate.

Ma, se egli era dentro al fienile, come poteva vedere il Grandoni che non entrava mai e che discorreva fuori della porta con Ciceruacchio e con lo Sterbini?..

La cosa era così assurda che o se ne deve essere accorto egli stesso, o gliela doveva aver fatta notare il Cecchini e allora cercò di ripiegare con quella gherminella da donniciuola di avere udito dire nella pretesa venuta del Grandoni al fienile nella sera del 13, addio Grandoni, addio Corsi, e di avere avuto quella risposta dal Guerrini che sopra è stata riferita.

Ma qui l’impunitario cadde in una nuova più flagrante contraddizione, perchè se il Corsi stava fuori, come potè egli vederlo vestito da paino e come potè dire che era di statura non bassa?..

Ma dalla padella è tratto a cader nella brage e la falsità della sua affermazione è constatata dal fatto risultato luminosamente provato in atti — tanto che condusse al proscioglimento del Corsi — che il Corsi era a Soriano la sera del 13! E come poteva essere a Roma sul fienile se era a Soriano e come poteva accompagnare il Grandoni alla immaginaria riunione?..

L’accordo e il falso sono evidenti.

Ma non basta. Fra i presenti da lui indicati come intervenuti a quella riunione egli ha indicato i due fratelli Pietro e Giovanni Trinca, che erano uno a Rimini e l’altro a Cesena, come fu luminosamente provato tanto che erano stati ambedue prosciolti.

Il falso è triplicato.

E seguitando a raccontare le sue fiabe, sempre nello stesso nono esame afferma che Sterbini e Guerrini dissero