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capitolo decimottavo 49

un uomo che tenga un pò alla reputazione di non ignorante si vergognerebbe di citare, ma che pur tuttavia, da chi aveva fior di senno, anche allora, anche ai giorni in cui il Laurenti scriveva la sua relazione, erano tenuti in conto di favolisti.

Decisamente l’Avvocato Laurenti non era tagliato per la storia!

E, continuando nella sua Relazione a sottoporre ai Giudici del Supremo Tribunale le Risultanze sul Decreto e condetto esecutivo dell’assassinio Rossi tenuto in Roma, il Giudice Laurenti riferisce gli articoli dei giornali il Contemporaneo, l’Epoca, la Speranza, la Pallade, il Don Pirlone, il Corriere Livornese e al § 590, per provare che nella Camera ad ogni modo il Ministero Rossi avrebbe avuto la maggioranza — cosa di poca importanza invero nella causa presente, ma di molta importanza per la storia e della quale mi occuperò nell’ultimo capitolo verso cui mi vado affrettando — adduce, fra le altre, la testimonianza del Dottor Diomede Pantaleoni, Deputato e Questore della Camera, ma rifacendola e rinfondendola tutta a suo arbitrio e falsandola nella parte sostanziale. Vogliono udire i lettori?

«... Disaccordo alcuno grave tra Deputati e il Ministero Rossi non stimo vi avesse... meno quello della guerra se si fosse riaccesa tra Piemonte ed Austria... Per quanto è a mia notizia il Rossi poteva contare, in ogni caso, sopra grande maggioranza e di vera opposizione non avrebbe avuto che otto o dieci voti, per quanto si conosceva». Ora, invece, come i lettori ricorderanno, il Pantaleoni aveva detto: «... Rende ragione delle cause per cui fu fischiato il Rossi: la chiamata a raccolta dei Carabinieri, la rivista e la marcia di essi pel Corso, l’arresto e la espulsione di alcuni emigrati napoletani, gli articoli battaglieri sulla Gazzetta Ufficiale ecc. Crede che l’opposizione parlamentare al Rossi si sarebbe ristretta ad otto o dieci, di cui nomina il Mariani, il Torre, il Canino e lo Sterbini, e con il Ministro Rossi almeno quindici che potevano arrivare a trenta o trentacinque, se egli fosse stato disposto a transigere su varie cose come a non dare più impieghi a Deputati, a non diffidare della Guardia civica, a rafforzare il Ministero con qualche membro più abile».