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240 il processo di pellegrino rossi


allo scopo di imporre alla popolazione nel caso di un fatto d’arme, sia per segno di riconoscimento, sia infine per poter nella uniformità delle vesti meglio confondere il braccio del sicario. Ora è un fatto costatato non solo dal rivelante, ma altresì dal Coinquisito Felice Neri, e da un altro testimone Legionario, che l’assunzione della tunica in quel giorno venisse preventivamente ordinata o in voce, o in iscritto dal loro Capo Grandoni. H quale argomento per se stesso assai grave, acquistava anche maggior valore dal contegno giudiziale di lui, che non solo negava l’ordine dato, ma avendo ammessa la sua presenza nell’atrio della Cancelleria, giungeva ad impugnare perfino di aver veduto verun legionario vestito di tunica, e ciò nello scopo di non essere chiamato a render conto del motivo come di quell’insolito, e straordinario vestimento, così del suo tollerarlo, ed assentirlo, non senza aggiungere uno di detti deponenti, che egli il Grandoni, quando alcuno de’ suoi si presentava in quella mattina con altre indumenta, lo rimandandava perchè indossasse il vecchio abito di Vicenza.

Considerando, come di non lieve peso sia pure il detto dello stesso Legionario Neri, il quale deduceva nelle sue manifestazioni aver il Grandoni tanto a lui, che agli altri legionari ordinato, che qualora nella esecuzione dell’omicidio avessero i Carabinieri resistito, essi tutti dovevano riunirsi armati a piazza di Spagna, ove avrebbero ricevuto gli ordini ulteriori. Il qual detto, che resta sussidiato dal deposto giurato di un testimone, cui nella stessa mattina del 15 il Neri riferiva la istruzione ricevuta, va pure ad incontrarsi con quello del rivelante, circa gli ordini dati dai Capi del complotto la sera del 13 nel prevedibile caso di resistenza della Forza politica.

Considerando, che nel concorso di si gravi antecedenti determinavasi la convinzione del Tribunale sulla colpabilità del Grandoni dalla sua presenza sul luogo, e nel momento del patrato assassinio. Imperocchè resta provato col detto concorde di più testimoni di fatto proprio, come il Grandoni stando colà venisse salutato da ciascuno de’ suoi militi, che sopraggiungeva; che quindi si affacendava a discorrere riservatamente or coll’uno, or coll’altro di essi, ed in special modo con quelli destinati alla patrazione del misfatto, in atto di dar loro ordini, e disposizioni, e quando il delitto compivasi, egli si trovava sui primi gradini della scala di fronte al Ministro, che discendeva dalla carrozza, ove doveva per certo vedersi tutto il tragico avvenimento, e se ne poteva altresì colla presenza assistere, ed animare la esecuzione. Qual fosse l’ar-