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tario anche in questa parte. Egli dice che fra i Legionari in tunica vide i fratelli Trinca, e i fratelli Ferrauti, Giuseppe Caravacci e che Ranucci poi gli confidò che vi era anche il Chirurgo Corsi. Quante menzogne! i fratelli Trinca stavano in Romagna, Pio Ferrauti provò a fior di evidenza che in quel giorno non si mosse dalla zecca Pontificia; il Chirurgo Corsi provò pure una limpida coastata; ed altrettanto si viene a stabilire a favore di Caravacci, ch’era, in quei momenti, presso il letto del fratello agonizzante.

Quante menzogne! Ora andate, signori miei, e trovate una dramma di vero nei detti dell’impunitario e arrischiatevi a prestar fede nella minina parte alle sue asserzioni!

Ora andiamo brevemente ai susseguenti. L’impunitario dice che la sera stessa del 15 fu fatta una dimostrazione di pubblica esultanza, che partì dalle Belle Arti e dal Circolo popolare, andò al Popolo a festeggiare ed associare i Carabinieri, transitò il Corso, si portò alla Pilotta dai Dragoni a far altrettanto, ed infine alla Minerva dal Galletti poi Ministro, e che a tale dimostrazione si unì il Grandoni al solito, i fratelli Trinca, il Caravacci; ma se è provata inesistente la presenze dei Trinca specialmente: se il rivelante è calunniatore anche in questa parte di rivelo, chi potrebbe crederlo in ordine al Grandoni, come se questi avesse voluto unirsi a quella canaglia da trivio? Grandoni l’impugna; nessun testimonio o coinquisito lo nomina; si nominarono molti individui veduti in quella dimostrazione; nessuno vide Grandoni; eppure fu una solenne pubblicità; si percorsero le vie più frequentate di Roma al chiaror delle facci e dei lumi, che si acclamavano dalle finestre; tutti correvano sulle porte, ai balconi per vedere quella processione; se vi era il Grandoni era un impossibile che qualcuno nol vedesse; se niuno lo vide, è prova che non vi era; ed anche in questa parte il rivelo precipita. Ma, parlando dei susseguenti, è molto significante il contegno del Grandoni il giorno 16, quando scoppiò la rivoluzione al Quirinale. S’esso entrava nel condetto, doveva vedersi in quel giorno alla testa de’ suoi Legionari salire il Monte, ed associarsi a coloro che vollero con la violenza imporre al Sovrano un ministero democratico; invece si vede il Grandoni che, sul tardi, con un drappello di civici del 3 Battaglione, cui apparteneva, muove a ridosso del palazzo Pontificale, alle Quattro fontane; e costringe i tiraglieli e i Legionari montati sul campanile di San Carlino per far le fucilate contro il palazzo, li costringe, dico, a cessare il fuoco ed uscir di quel luogo. Ma come? quegli che gli avrebbe diretti e guidati il giorno innanzi, il di seguente li abbandonava