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214 il processo di pellegrino rossi

fame per eccellenza, ha cercato ingannarvi, contravvenendo alle condizioni principali sotto cui gli è stata accordata l’impunità; e se quei due fratelli fortunatamente non ne avessero avuto un alibi sì limpido, li avrebbe avvolti nel turbine. E per dimostrarvi come costui giungesse al colmo della impudenza e svergognatezza vi dirò anche il contegno da lui tenuto, quando il Processante gli contestò, che i fratelli Trinca da esso accusati, in quell’epoca militavano nelle Romagne. Un altro si sarebbe ricreduto, avrebbe almeno posto per iscusa un errore, no; con una fronte di ferro si fa a rispondere a tale contestazione — Se è così, io pregiudicare non li vorrei, ma a me pare certo di averli veduti alla Cancelleria in quel giorno come dissi. — Or dunque, signori miei, vedete come avete a tremare sul rivelo d’un uomo apertamente calunniatore, e che come ha mentito in una parte, deve aver mentito in quasi tutte le altre. — Falsus in uno falsus in omnibus. — E che in realtà mentisse anche per ciò che riguarda la supposta presenza del Grandoni la sera del 14 al Circolo, e l’accompagno di Sterbini si rileva anche da due giudiziali deposizioni. L’una è di un Maresciallo di Carabinieri, mandato colà in quella sera dal Colonnello Calderari per esplorare. Questi era stato alla Guerra del Veneto, epperò, almeno di veduta, dovea conoscere il Grandoni ch’era ufficiale nella Legione romana; egli ci dice di aver veduto Sterbini, Canino, Brunetti, non fa punto menzione di Grandoni, che se v’era avrebbe veduto e quindi riferito.

L’altra deposizione è di Luigi Badini. Anche questo, ch’era un esploratore per parte della Polizia, andò a spiare quella sera al Circolo non solo; ma fu uno di quelli che accompagnarono Sterbini a casa. Dice che Sterbini e Brunetti lungo la strada andavano parlando insieme di Rossi, che Sterbini giunto a Ripetta entrò in sua casa, e Ciceruacchio all’osteria del Forno; ed esso deponente andò a riferire il discorso al Capo Agente di Polizia, che lo conferma in Processo pienamente, e non fa punto parola di Grandoni. È dunque chiaro, o signori, che l’accesso di Grandoni al Circolo e l’accompagno di Sterbini è una falsità dell’impunitario, come falsità era quella di aver posto colà i fratelli Trinca.

Ora consideriamo l’altra parte di rivelo in cui l’impunitario parla de relato altrui; ossia del Ranucci, il quale, la sera del 15, gli avrebbe confidato che la notte antecedente a Capranica vi sarebbe stata altra riunione, presenziata da Grandoni, Sterbini ed altri, dove si sarebbe fatta la sortizione dei sicari. Questo punto