Pagina:Pellegrino Rossi e la rivoluzione romana III.pdf/130

118 il processo di pellegrino rossi

chi presiede alle prigioni di S. Michele, ove egli trovasi detenuto, fece eseguire delle accurate perquisizioni fra gli effetti e sulla persona del Grandoni. Si rinvennero di fatti alcuni cordoncini di seta (non si conosce in che modo procuratisi) che gli vennero tolti e depositati nella Cancelleria della S. Consulta. Si collocò, quindi, nel suo carcere altro detenuto nella persona di Domenico Zanelli, perchè la presenza di costui lo trattenesse da qualunque attentato a danno di sè stesso.

«Ma tali precauzioni riuscirono inefficaci: imperocchè il Zanelli sortito dal carcere la mattina del 30 giugno ultimo, circa le ore 7 e mezzo, per prendere, come di solito, due ore di passeggio assegnategli nella contigua sala, il Grandoni profittò di tale momento per darsi la morte. Salito, pertanto, su di un bujuolo, fattosi laccio al collo con un fazzoletto, di cui assicurò una estremità al chiavistello dello sportello della finestra, respingendo quindi co’ piedi il bujuolo stesso, rimase impiccato.

«Portato il fatto a cognizione del Tribunale Criminale di Roma, assunse le ispezioni e verifiche di pratica. Anche taluni scritti del Grandoni chiaramente accennano al triste fine prestabilito. Tale è la storia genuina di costui1.

«Non devo poi tacere anche a V. S. Ill.ma e Rev.ma come la Sètta si fosse fitta in capo di procurare la grazia della pena capitale all’altro correo Sante Costantini. Si pensò pertanto di poter ciò conseguire con una dimostrazione al signor Generale Francese.

«Alla vigilia dunque della esecuzione della sentenza, cioè il giorno 21 luglio corrente, alcuni precettati politici, circa le ore sei pomeridiane, incominciarono a riunirsi nelle vicinanze della piazza di San Carlo al Corso, ove appunto è

  1. Il disordine con cui erano tenute e sono rimaste conservate le carte raccolte in quelle Buste e in quei Fascicoli dell’Archivio di Polizia ha impedito e impedisce allo studioso di rinvenire gli elementi e le risultanze delle ispezioni e delle verifiche cui qui si accenna e di cui in quelle posizioni non v’ha traccia; come non v’ha traccia di quegli scritti del Grandoni, alludenti ai suoi propositi di suicidio, i quali, per esser noti alle autorità fiscali, dovevano, evidentemente, essere stati sequestrati e avrebbero dovuto trovarsi in quelle posizioni.