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capitolo decimonono 115

fece ciò noto al sottoscritto, il quale con il Presente ne fa partecipe all’E. V. R. (sic).

Tanto col dovuto rispetto
Dell’Eccell. Vostra Rev.ma.

Umil.mo, Obbl.mo servitore
Il Comand. la Brigata
A. Renzetti.


A Sua Eccellenza Rev.ma

Monsignor Direttore Gen.le
di Polizia e Vice Camerlengo
di S. Romana Chiesa .

Roma»

Ma in questa posizione segue un altro documento, a trenta giorni di distanza dal primo e di non lieve importanza, ma alla cui perfetta intelligenza è necessario che il lettore abbia cognizione di altri documenti contenuti in un altra posizione segnata.

«Suicidio del condannato Grandoni — 1854 — Camicia 2897 bis, Miscellanea Riservata».

Il primo documento è una minuta di carattere — a quanto pare — dell’Avvocato Pasqualoni, che doveva essere, a quel tempo, Vice Assessore Generale di Polizia, nella quale si danno particolareggiate notizie sulla prigionia del Grandoni, notizie che sono in perfetta consonanza con le risultanze processuali e che lo storico onesto ed imparziale deve riconoscere esatte.

Ecco la minuta:

«Luigi Grandoni fu arrestato nel Gennaio 1850 per ordine del Presidente della cessata Commissione direttrice dei processi politici, mai è stato tenuto solo in segreta alle Carceri Nuove, da dove fu rimosso per ordine del Giudice Istruttore perchè, con clandestina corrispondenza, tentava la subornazione dei testimoni, come da carteggio sequestrato presso Giuseppe Corbò suo agente d’affari. Mai è stato malato e tanto alle carceri Nuove che in San Michele ha avuto periodici colloqui con lo stesso Corbò e con i suoi parenti.