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Il 25 novembre il giudice processante riceve un nuovo rapporto del Capitano Giovanni Galanti1, comandante della forza di polizia di Roma, in data 20 novembre 1849, il quale, come bracco, si aggirava per le prigioni, ripiene di detenuti - oltre duemila - imputati dei vari reati politici avvenuti nel periodo rivoluzionario, in cerca di elementi da fornire ai molti processanti intenti al lavoro di punizione... e di vendetta.

Il rapporto Galanti afferma che l’omicidio Rossi era stato stabilito, qualche giorno prima del 15, in un fienile di proprietà di Ciceruacchio, fuori di porta del Popolo, vicino al Mattatoio; che «ivi sei furono gli individui prescelti per eseguirlo, cioè Antonio Ranucci, Alessandro Todini, Luigi Brunetti, i due fratelli Mecocetti e Francesco Costantini dell’Umbria; che là si distribuirono armi e che fatta la estrazione del nome dell’esecutore, la sorte designò Francesco Costantini, bene inteso che gli altri lo avrebbero aiutato, in caso che il colpo a lui non fosse riuscito, in guisa che, fingendo di soccorrere il Rossi, lo avrebbero finito». Aggiunge il Capitano Galanti, in benemerenza dell’eseguita uccisione essere stato al Costantini accordato il grado di Tenente nella civica mobilizzata.

Poi, dando nel grottesco, il zelante Capitano Galanti, mentre indica i nomi di cinque testimoni che potranno informare sui fatti narrati, afferma che i riuniti al fienile di Ciceruacchio erano più centinaia (!), decisa ivi la rivoluzione, da cominciare con la uccisione di tutti i cardinali e i principi romani, ecc. (!)2.

Lunedì 26 novembre il giudice Cecchini presenta al presidente della Commissione dei processi la relazione delle risultanze del procedimento di cui è incaricato ed è autorizzato a rilasciare ordinanza di cattura contro Luigi Brunetti e il vetturino o cocchiere di piazza di Spagna detto Pescetto di cui si ignora nome e cognome, quali responsabili dell’uccisione del Conte Rossi.


  1. Il Capitano Giovanni Galanti divenne celebre per il suo zelo feroce e per le sue arti volpine nelle persecuzioni dei liberali in tutto il decennio 1849-1859. A lui venivano affidate tutte le missioni più difficili di arresti, perquisizioni, ecc. Durante il periodo dei grandi processi (1849-1851) egli percorreva le prigioni, interrogava abilmente i prigionieri, prometteva indulgenza, affidava di impunità, eccitando a rivelazioni, vero segugio di reati politici, e facendo rapporti nei quali si mostrava esagerato coloritore.
  2. Processo, rapporto riservato Galanti, foglio 185 a 186.