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mente antico carbonaro e, ad ogni modo, ardente troppo ed eccessivo nei suoi sentimenti liberali.

Un secondo atto, non reazionario come fu detto allora, ma certo di precauzione, tendente a diminuire le forze vive del partito democratico in Roma, fu compiuto dal Rossi il 23 di settembre col far partire la prima legione romana, mandata in Romagna.

Quella legione, composta di circa ottocento giovani, quasi tutti romani, aveva valorosamente combattuto a Vicenza il 24 e il 30 maggio e poi il 10 giugno sotto gli ordini del Colonnello Natale Del Grande - ucciso da una racchetta austriaca a Porta Padova, appunto, il 10 giugno — ed era rimasta quindi in armi sotto il comando di un altro valoroso romano, il Colonnello Bartolomeo Galletti. Quei giovani reduci, tuttochè abbastanza disciplinati, erano caldissimi di sentimento patrio ed elemento quindi facilmente accensibile e il Rossi reputò utile allontanarli da Roma, come aveva reputato il ministero suo predecessore. Perchè, a correggere una inesattezza storica e a ristabilire la verità, fin qui ignorata, è opportuno affermare che, quando il ministero Rossi fu costituito, l’ordine della partenza della legione era già emanato, come risulta dai tre documenti nuovi che io pubblico: una lettera del Colonnello Galletti al ministro della guerra del 23 agosto, una del Generale comandante interino della guardia civica di Roma in data 13 settembre indirizzata al Colonnello Galletti comandante della prima legione romana: e con la quale chiede i nomi di quei civici che, dopo aver fatto parte della legione nella sua prima partenza, ora non intendevano di iscriversi in essa, e due risposte del Colonnello Galletti a questa lettera in data del 15 e del 28 settembre1.

Ora quel provvedimento era stato preparato dal Conte Fabbri, ma poichè veniva eseguito dal Conte Rossi, su di lui ne cadevano i biasimi, su di lui che, nella opinione dei più, era considerato come l’invocato dalla congrega sanfedistica che attorniava il Papa, istrumento di reazione. E, perciò appunto, di quegli atti insospettivano i democratici e, francamente, a dire il vero, quasi tutti i liberali; e i giornali se ne turbavano e as-

  1. Vedi, in fine di questo volume, i documenti IV, V, VI e VII.