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che fanno: si ama di farlo, per così dire, di nascosto, e si perde così il principale effetto, l’effetto dell’opinione. Il Cardinale Gizzi non sa sbarazzarsi, nei suoi atti, di quelle vecchie formule che oggi sono ridicole: gli è occorsa una circolare di quattro pagine, assai imbrogliata, per sopprimere due cattivi tribunali... Si tocca tutto, si decide in petto, si persevera nelle risoluzioni, ma non si agisce punto. Non è l’ideale di governo, è il governo allo stato di idea... La popolarità del Papa è ancora quasi intera; io temo soltanto che egli ne abusi, credendo di potervisi addormirò come sopra un letto di rose... Il paese attende, ma con una impazienza risoluta. La festa fatta in onore del Papa al primo dell’anno - 1847 - è avvenuta con un ordine perfetto, ma perfetto al punto che rassomiglia già ad una organizzazione... Frattanto il movimento degli animi cresce a vista d’occhio: gli scritti e i giornali si moltiplicano; le riunioni e le assemblee pure queste si organizzano. La legalità è rispettata, ma il sangue comincia a circolare rapidamente in questo corpo che era, un anno fa, calmo e freddo come un morto... Il popolo e i suoi guidatori hanno l’abilità e il senso d’opportunità che manca al governo... Il partito moderato e liberale da una parte e il partito radicale dall’altra si organizzano: e, in presenza di un governo che nulla sa organizzare e nulla concludere, i due partiti fanno causa comune. Essi si sarebbero separati e il partito radicale sarebbe riuscito un tentativo impotente, se il governo, con provvedimenti franchi e pronti, avesse saputo raccogliere il primo e farne un partito di conservatori zelanti e soddisfatti. Si è perduto troppo tempo e ciò che sarebbe stato sufficiente qualche mese fa oggi non basterebbe più. Ma, dopo tutto, si sarebbe ancora in tempo, se il Papa giungesse in fine ad esser coadiuvato da un governo attivo, leale, intelligente ed energico. Il Cardinale Gizzi si ritira e non si conosce ancora in modo sicuro chi sarà il suo successore. Si dice che il Cardinal Ferretti, atteso di giorno in giorno, faccia delle obiezioni»1.


  1. Corrispondenza di Pellegrino Rossi col ministro Guizot, lettere del 18 dicembre 1840, 8 e 18 gennaio, 8 febbraio, 8, 18 e 20 aprile, 26 giugno, 8 e 18 luglio 1847, nelle Mémoires dello stesso Guizot, vol. VIII, cap. XLVI, pag 349 e seg. Cfr. con M. O. D'Haussonville, op. cit., tom. II, pag. 225 e seg.