Pagina:Peano - Principii di geometria, 1889.djvu/36


— 35 —

si possa, le proposizioni che contengono x, rispetto a questa lettera, e si riduca la proposizione alla forma

a. xh . xk . xl : = ∧

ove a è una proposizione non contenente x, e h, k, l sono delle classi. Allora la stessa proposizione si può scrivere

a ⊃ . hkl = ∧,

in cui non comparisce la x».

Eliminando con questa regola la c dalla 18 si ha la 19; eliminando invece la a si ha la 20, da cui, con una permutazione di lettere la 21. L’eliminazione di b condurrebbe di nuovo alla 19.

Per eliminare la lettera c dall’assioma VIII, si osservi che questa lettera comparisce nell’Hp. e non nella Ts.; quindi non siamo in nessuno dei due casi precedentemente trattati. Si può ridurre al secondo trasportando la Ts. nel primo membro. Del resto la regola ad applicarsi in questo caso è la seguente:

«Se una proposizione è riduttibile alla forma
a . xh . x ∈ k : ⊃ . b,

ove x è una indeterminata, a e b sono proposizioni non contenenti x, e h, k sono classi, la stessa proposizione si può scrivere, eliminando x,

a . hk — = ∧ : ⊃ b».

Eliminando c dall’Ass. VIII con questa regola si ha la 22, da cui, con trasformazioni, le 24 e 26.

Dall’Ass. VIII si potrebbe pure eliminare a. Il risultato è la proposizione poco interessante:

b, c, d1 . ⊃ . dccbdb.
«Se b, c, d sono punti, allora ogni punto comune ai due raggi d’c e c’b appartiene al raggio d’b».


§ 7.

Dall’Ass. IX eliminando b si ha la 2, o con scambio di lettere la 3, la quale unita con una del § precedente, dà luogo alla 4.

Eliminando c dalla 5 si ha la 6, da cui si ricavano in modo analogo al precedente le 7 e 8. Eliminando a dalla stessa proposizione