Pagina:Pavimento del Duomo di Siena 1900.djvu/6

arte e avrebbe anzi fatto alcuni disegni per il pavimento dell'antico Duomo. Alcuni critici mettono in dubbio l'asserzione del Vasari, e comunque essendo sparito completamente il vecchio pavimento del Duomo, manca oggi la possibilità di controllare l’affermazione, che però può essere ben fondata limitatamente al fatto che Duccio avrebbe ripreso la tradizione lucchese e dato ad essa nuovo impulso. Certo si vede, dall’impiego del nuovo sistema di pavimentazione che si adottò pochi anni dopo la morte di Duccio, come questo genere dovesse essere ben noto agli artisti senesi, i quali ci appaiono subito maestri in questa nuova tecnica.

Il più antico documento relativo all’esecuzione di una sezione del nuovo pavimento si ha nel 1369-70, quando i senesi avendo rinunziato al progetto di ampliamento del Duomo, volsero le loro cure all’abbellimento e completamento di quello attuale. Oltre ad una parte di pavimento sotto la cupola, dinanzi all’altare maggiore (forse le storie sostituite poi da quelle del Franchi), fu allora eseguito il Quadrato della ruota della fortuna, nella navata centrale, e gli artisti ricordati sono Antonio di Brunaccio, Sano di Marco e Francesco di ser Antonio. Per il resto, sembra vi fosse una pavimentazione a lastre di marmo, con motivi ornamentali a intarsio o combinazione di formelle geometriche.

Nel 1406 Marchese di Adamo eseguiva la ruota al cui centro sta la figura della Fortezza, dinanzi alla porta della sagrestia, mentre precedentemente era stato eseguito il riquadro a mosaico della navata

4