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non lo toccava. Mi ricordava il mio paese. Di tutti noialtri era il solo che fosse sempre vissuto in collina.

— Con la bella stagione, — diceva Fonso, — scenderemo dalla montagna.

— Faranno presto a farvi fuori, — dissi subito. — In montagna sarà meglio restarci.

Anche Cate mi dava ragione. — Quest’altra estate, — disse Fonso, — verranno loro a cercarci lassú. Non dobbiamo lasciargliene il tempo.

— Finché gli inglesi non ci aiutano, — disse Nando ridendo, — non avremo armi buone. Tedeschi e fascisti sono il nostro arsenale. Se non ce le portano, dobbiamo scendere a pigliarle.

— Che guerra, che guerra, — gridò una ragazza. — Vince chi riesce a scappar prima.

Si rideva e si vociava e allora Dino, che aveva bevuto, cominciò a fare il matto e correre intorno alla tavola, puntando la lampadina come un’arma e accendendocela addosso. Io dissi che i tedeschi da quattro anni erano esperti di guerriglia e non c’era da farsi illusioni.

— Che dovessimo vederli a casa nostra, — disse Nando.

— Meglio questo che prima, — tagliò Fonso.

— Puoi dirlo.

Nessuno parlò della fine. Nessuno faceva piú i conti col tempo. Nemmeno la vecchia. Dicevano «un altr’anno» o «l’estate ventura» come se nulla fosse stato, come se ormai la fuga, il sangue e la morte in agguato fosse il vivere normale.

Quando in tavola venne la frutta e la torta, si parlò del mio paese e delle bande di laggiú. Cate mi chiese dei miei vecchi. Fonso che organizzava a Torino e in montagna, disse qualcosa del lavoro clandestino sulle colline. Non ne aveva grandi notizie, era un altro settore, ma sapeva che era un maledetto paese dove troppi sbandati s’erano messi a lavorare la campagna e non pensavano alla guerra.

— Sono colline come queste, — dissi allora. — Si può nascondersi in collina d’inverno?

— Si può dappertutto, — mi disse. — È necessario per dividere le forze attaccanti. Quando ogni casa, ogni paese, ogni collina abbia i suoi, mi dici come i neri potranno far fronte?

— Ogni tedesco che agganciamo, — disse Nando, — è uno di meno che combatte a Cassino.


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