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Dino mi guardava sempre, impressionato dal silenzio con cui tutti mi avevano ascoltato.
— Se non arrivano presto quegli altri, — borbottai, — finiremo anche noi come in Montenegro.
La vecchia ci gettava occhiatacce, acciottolando nei suoi piatti.
— Verrà il giorno, — dissi alzandomi, — che avremo i morti nei fossati, qui in collina.
Cate mi guardava, seria. — Sai tante cose, Corrado, — disse piano, — e non fai niente per aiutarci.
— Manda Dino domani a casa mia, — dissi ridendo, — gli insegnerò queste cose.
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