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tore anch’io, e in quel momento la folla ondeggiò e si scompose, qualcuno gridava: — Fate largo o vi ammazzo — . Rintronarono due colpi, fragorosi sotto il portico; la gente cadde, si squagliò; tintinnarono i vetri in frantumi; e lontano, in mezzo alla piazza, vidi ancora quei due che si davano calci, e la donna assalirli.

Quei due spari mi cantarono a lungo nel cervello. Mi allontanai per non farmi sorprendere ma adesso sapevo perché la gente non parlava e scantonava. Andai alla mia scuola, nella via tranquilla e vuota. Speravo di trovarci qualcuno, visi noti. «Fra un mese ci saranno gli esami», pensavo. Il vecchio Domenico mise fuori la testa.

— Novità, professore? Ci portate la pace?

— La pace è un uccello. È già venuta e ripartita.

Domenico scosse la testa. Batté la mano sul giornale. — Non basta dirle certe cose.

Dei tedeschi non aveva sentito dir nulla. — Ci sanno fare, — disse subito, — ci sanno. Ma neh, professore, che tempi quando c’era quell’altro — . Abbassò la testa e la voce. — Avete sentito cosa dicono? Che deve tornare.

Mi allontanai con quella nuova spina in corpo. C’era un’intesa tra me e Cate, che ogni giorno lei scendeva dal tram e si guardava intorno, se per caso fossi sceso a Torino. Mi misi sull’angolo e attesi. Passò l’ora e non venne. Sentii invece altri discorsi, e confermavano la voce che i tedeschi occupavano i centri e disarmavano i nostri. — Ma resistono i nostri? — Chi sa. A Novi c’è stata battaglia. — Si capisce. Sono a Settimo. Un’intera divisione corazzata che avanza.

— Ma cosa fa il nostro Comando?

Un caffè accanto apri la radio e dopo molto raschiare si senti una canzone ballabile. Si formò un crocchio. — Prendi Londra, — gridavano. Venne Londra, in francese; poi altri raschi esasperanti. Una voce italiana, da Tunisi. Lesse eccitata un bollettino, sempre il solito. L’avanzata dei russi, lo sbarco a Salerno; l’operazione era tuttora in corso. — Cosa dicono a Roma? — gridammo. — Cosa succede in casa nostra? Vigliacchi.

— A Roma ci sono i fascisti? — strillò una voce.

— Vigliacchi, venduti.

Sentii prendermi il braccio. Era Cate. Sorrideva il suo vecchio sorriso. Uscimmo dal crocchio.


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