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La conclusione piacque a tutti. Allora dissi che non ero d’accordo. Mi chiesero come. In quell’anno, dissi, ero ancora in America. (Silenzio). E in America facevo l’internato. (Silenzio). In America che è in America, dissi, i giornali hanno stampato un proclama del re e di Badoglio che ordinava agli Italiani di darsi alla macchia, di fare la guerriglia, di aggredire i tedeschi e i fascisti alle spalle. (Sorrisetti). Piú nessuno se lo ricordava. Ricominciarono a discutere.

Me ne andai che la maestra gridava: — Sono tutti bastardi e diceva: — È i nostri soldi che vogliono. La terra e i soldi come in Russia. E chi protesta farlo fuori.

Nuto venne anche lui in paese a sentire, e adombrava come un cavallo. — Possibile, — gli chiesi, — che non uno di questi ragazzi ci sia stato e possa dirlo? A Genova i partigiani hanno perfino un giornale...

— Di questi nessuno, — disse Nuto. — È tutta gente che si è messa il fazzoletto tricolore l’indomani. Qualcuno stava a Nizza, impiegato... Chi ha rischiato la pelle davvero, non ha voglia di parlarne.

I due morti non si poteva riconoscerli. Li avevano portati su una carretta nel vecchio ospedale, e diversi andarono a vederli e uscivano storcendo la bocca. — Mah, — dicevano le donne, sugli usci del vicolo, — tocca a tutti una volta. Però cosí è brutto — . Dalla bassa statura dei corpi e da una medaglietta di San Gennaro che uno dei due aveva al collo, il pretore concluse ch’erano meridionali. Dichiarò «sconosciuti» e chiuse l’inchiesta.

Chi non chiuse ma si mise d’attorno fu il parroco. Convocò subito il sindaco, il maresciallo, un comitato di capifamiglia e le priore. Mi tenne al corrente il Cavaliere, perché lui ce l’aveva col parroco che gli aveva tolta senza neanche dirglielo la placca d’ottone dal banco. — Il banco dove s’inginocchiava mia madre, — mi disse. — Mia madre che ha fatto piú bene lei alla chiesa di dieci tangheri come costui...

Dei partigiani il Cavaliere non giudicò. — Ragazzi, — disse. Ragazzi che si sono trovati a far la guerra... Quando penso che tanti...

Insomma il parroco tirava l’acqua al suo mulino e non aveva ancora digerita l’inaugurazione della lapide ai partigiani impiccati davanti alle Ca’ Nere, ch’era stata fatta senza di lui due anni fa


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