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— Perché, la tua ragazza la comandi?
Senza pensarci gli davo del tu. Non era la prima volta. Ma fu la prima che mi rispose chiamandomi Clelia.
— A Roma non fanno cosí? — disse. — Lei Clelia non la comanda nessuno?
Allora dissi: — Si decida. Dove andiamo?
Andammo a ballare al Nirvana. Nientemeno. Becuccio voleva far bene le cose. Era un salone a colonnati e un’orchestra di quattro. Mi ricordai che c’ero stata di passaggio, quella notte con Morelli e Momina. «Sarebbe comica incontrarci qualcuno» pensavo. Becuccio, nella sua giacca a vento, mi guidò deciso ai tavolini di fondo. Immaginai per un momento di uscire con lui tutte le sere. Ci saremmo trovati sull’angolo di corso Regina e un bel giorno l’avrei visto arrivare in motocicletta. M’avrebbe detto, tutto fiero: «Tienti bene. Facciamo i novanta». Che uomo sarebbe stato Becuccio?
Ballammo, scherzando sulla sua ragazza. Gli dissi: — Se la trovasse qui che balla col capufficio, che faccia fareste? Chi griderebbe di voi due?
— Dipende dalla scusa che trova, — disse Becuccio, e strizzò l’occhio.
Dentro di me m’ero decisa. Non ero ubriaca ma il malumore, la stanchezza, il dispetto di prima, m’avevano lasciata, ballavo e parlavo contenta, calda dentro. Ci avrei pensato l’indomani alle cose. Quel po’ di musica e la sciarpa di Becuccio stasera bastavano.
— Ti è mai capitato, — gli dissi, — di conoscere ragazze, magari della vita, che lo fanno per rabbia? O anche ragazze che non vogliono saperne, soltanto perché ce l’han su con l’uomo? Ragazze che gli dà noia sentirsi qualcuno nel letto?
È un fatto che parlavo troppo. E facevo i discorsi di Rosetta e dell’altra. Becuccio mi prendeva tra le braccia, mi piegava la schiena, mi camminava quasi addosso. Mi aveva già detto all’orecchio: — Ce ne andiamo?
— Le ragazze hanno tanti capricci, — rispose. — Chi sa dove li trovano. Ma una volta nel letto, ci stanno.
— Sicuro? — gli dissi.
Mi teneva il braccio e tornavamo al tavolino. Mi cinse la vita e strinse a sé con forza.
— No, Becuccio, — dissi, senza guardarlo, — piace anche a me sentirmi sola.
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