Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 2, Einaudi, 1961.djvu/333


di vedersi allo specchio, lo specchio dietro il banco, diventò pazza... Credeva di essere un’altra.

Momina disse: — Bisognerebbe vedersi allo specchio... Tu Rosetta non hai avuto il coraggio...

Chiacchierammo cosí, dello specchio e degli occhi di chi si uccide. Venne il momento che, tornando il cameriere con un nuovo vassoio, riaccendemmo la luce. La faccia di Rosetta era tranquilla, dura.

Suonò il telefono. Era Mariella e voleva sapere che cos’era successo. Non capiva le mie parole perché dov’era strepitava un’orchestra. Interrogai con gli occhi le due. Gridai nel telefono ch’ero rientrata perché stanca. Che ballasse e si divertisse. Che la serata era stata simpatica.

Poi telefonò Rosetta. Chiamò casa sua. Disse: — Mamma, adesso ritorno — . Momina si rimise le scarpe e se ne andarono.

L’indomani ebbi una visita di Rosetta in via Po. Entrò con un sorriso incerto, nel suo leopardo. Di sopra Febo con Becuccio prendevano certe misure. — Non vuol mica incontrare il nostro amico, — le dissi. — M’accompagna a far compere? — M’aspettò nello stanzone, mentre gridavo sulla scala che uscivo. La vidi cosí giovane, accanto alla vetrina, che pensai: «Mariella al suo posto farebbe un’ottima cassiera».

Andando, sotto i portici, le dissi che avevo pensato di darle lavoro. Lei sorrise, in quel modo. — M’è venuta un’idea, — le dissi. — Un negozio servito dalle sue amiche piú distinte. Lei ci starebbe? I piú bei nomi di Torino... Chi alla cassa, chi alle vetrine e ai salotti...

Stette allo scherzo. Mi disse: — Chi verrebbe piú a comprare? Non resterebbero nomi disponibili.

— Le vostre cameriere magari... I brutti nomi.

— Non sapremmo fare niente...

— Chi lo sa... Come alle feste di beneficenza...

— Oitana, la invidio, — mi disse. — È bello lavorare come lei.

— Certe volte è una rabbia... C’è sempre un padrone.

— Forse è questo il lavoro. Avere chi ti dice che cosa fare o non fare... È una salvezza.

— Provi a chiederlo alla sua cameriera.

Esitò. — Ieri, — disse, — sono stata sciocca...

Non la interruppi. — ... Si dicono e si fanno molte cose false...


329