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— Speriamo che Mariella non ci ritrovi, — dissi. — Ho paura che il rumeno non li regali troppo.
— Sono in molti, — disse Rosetta. — Qualcuno offrirà...
Allora dissi che a Torino mi succedeva questo fatto, di evitare la gente. Tanti pittori, palloni gonfiati, musicisti — dappertutto uno nuovo, nemmeno a Roma la gente era in festa cosí di continuo. E Mariella che voleva recitare a tutti i costi. Sembrava che la guerra non ci fosse stata...
Rosetta, coccolando il suo cognac, sorrideva dalla poltrona. — Dice anche a noi, — brontolò, — perché facciamo questa vita?
— Non so, — dissi, — mi pare che tanto chiasso non valga la pena.
Momina, che non s’era ancor seduta, camminò inquieta tra il banco e noi due. — Non c’è niente che valga la pena, — disse. Prima almeno si poteva viaggiare.
Poi si buttò sulla poltrona e fece il gesto di levarsi la scarpa. — Ho paura che non si faccia, — disse. — Non ce l’hai una poltrona, di sopra?
Salimmo nell’ascensore. Tenevo d’occhio i movimenti di Rosetta. Uscimmo nel corridoio e mi guardò di sfuggita; le feci un cenno come a dire ch’era stato qui.
— Son tutti uguali questi corridoi, — disse lei, fissando la guida.
— Come i giorni dell’anno, — disse Momina. — Tutte le porte sono uguali, e i letti, le finestre, la gente che ci dorme una notte... Bisogna avere il coraggio di Clelia, per viverci...
— O il suo, — dissi mostrando Rosetta.
— Senti, — disse Momina senza voltarsi, — adesso che portano su il nostro cognac, se vuoi spegnamo la luce e tu ci racconti com’è che sei finita qui e hai sbagliato dose... Non credo ancora...
D’improvviso Rosetta si fermò pallidissima, strinse i pugni e le labbra. Ma eravamo sulla porta e dissi: — Entriamo — . Rosetta entrò, senza dir nulla. Nel tempo che ci sedemmo sulle poltrone (Momina buttò via le scarpe) e il cameriere depose il vassoio sul tavolino, nessuno parlò e io sentivo che gli occhi ossuti di Rosetta si empivano di lacrime. Momina non s’era accorta di nulla.
— Non ti siedi, Rosetta? — le disse.
Rosetta scosse il capo con furia, andò alla porta, spense la luce, e rispose con voce rauca: — Ecco fatto.
Per qualche istante nel buio non ci fu che la punta rossa della
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