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— Non vogliono farti uno sgarbo... — accennò Momina. — ... Sai, il dramma finisce male...

— Sciocchezze, — tagliò Rosetta, — che c’entra?

— Sai chi difende il vecchio dramma? — disse l’altra. — ... Mariella. Mariella ci tiene alla recita e non ci vede nessuna allusione. Dice che a te non importa...

Rosetta mi diede una rapida occhiata. Io dissi alzandomi: — Scusate. Cerco la toeletta.

Tutte e due mi guardarono, Momina con la faccia divertita.

Mi restò l’impressione di aver detta una cosa di quelle che non si dicono. Mentre giravo nei corridoi, per calmarmi mi ripetevo: «Brutta stupida. Cosí impari a voler essere un’altra». Credo che fossi anche arrossita.

Mi fermai davanti a uno specchio, e intravidi Febo che usciva da una saletta da gioco. Non mi voltai fin che non fu rientrato.

Tornata, dissi: — Scusate — . E Rosetta, con quegli occhi fermi:

— Ma lei può restare. Non ci dà nessuna noia. Non mi vergogno di quello che ho fatto.

Momina disse: — Tu che hai visto Rosetta quella notte. Dicci com’è stato. Non l’avranno spogliata i camerieri, spero?

Rosetta fece una smorfia, come cercando di ridere. Arrossiva anche lei. Se ne accorse e indurí gli occhi, fissandomi.

Dissi qualcosa, non so, che le stavano intorno la madre e un dottore. — No no, com’era Rosetta, — disse Momina con accanimento. — L’effetto che faceva a un’estranea. Allora tu eri un’estranea. Se era brutta, stravolta, se era un’altra. Come siamo da morte. In fondo lei non voleva saper altro.

Dovevano conoscersi bene, per parlarsi cosí. Rosetta mi guardava dal fondo degli occhi, attenta. Dissi ch’era stato soltanto un attimo, ma mi era parsa gonfia in faccia, vestita da sera di celeste, e non aveva le scarpe. Di questo ero certa. Tanto era in ordine e poco stravolta, dissi, che avevo guardato sotto la barella se gocciava sangue. Pareva una disgrazia, una comune disgrazia. In fondo, chi è svenuto è come uno che dorme.

Rosetta respirò forte, non cercò di sorridere. Momina disse: — A che ora avevi preso il sonnifero?

Ma Rosetta non rispose a questo. Si scrollò le spalle, guardò in giro e poi chiese a voce bassa, esitando: — Davvero ha creduto che mi fossi sparata?


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