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sotto via Roma, vicino alla piazzetta delle Chiese, Morelli finse di contrattare cocaina col batterista, erano grandi amici, bevemmo un cocktail che ci offrirono; quel batterista s’era messo a raccontare di quando suonava a Palazzo reale; — Sua Altezza... perché per me è ancora Sua Altezza... — , per liberarcene ballai con Momina. È una cosa che mi fa senso ballare con una donna, ma volevo levarmi un sospetto, e questa è ancora la strada piú spiccia. Nessuno fece caso a noi; Momina ballò parlandomi all’orecchio, mi abbracciò che scottava, si strusciò e rise e mi soffiava nei capelli, ma non mi parve che cercasse altro; non fece nessun gesto; era soltanto un poco matta, ubriaca. Meno male. Sarebbe stata una lagna che proprio non volevo.

E arrivammo finalmente sotto il portone di Morelli. C’introdusse un po’ malfermo nell’ascensore e parlava parlava a tutte e due. Entrammo in casa che diceva: — Con queste ciance s’allunga la vita... Sono contento che non sono ancora vecchio, se fossi vecchio cercherei la compagnia di bambine... Voi non siete bambine, siete vere donne... Viziose, maligne, ma donne... Sapete discorrere... No no, non sono vecchio...

Entrammo ridendo e la casa mi piacque subito. Era evidente ch’era vuota e molto grande. Puntammo al salotto, dalle grandi poltrone, pieno d’azalee e di tappeti. La vetrata sul corso doveva esser bella nell’estate.

Con in mano un bicchiere a boccia, facemmo progetti. Momina mi chiese se andavo in montagna. Neve ce n’era ancora. Morelli, testardo, parlava di Capri, della pineta di Fregene, cercava di ricordarsi se per quell’anno aveva affari a Roma che scusassero una vacanza, un viaggio qualunque. Io gli dissi ch’era strano che proprio gli uomini tenessero tanto alle apparenze. — Se non fosse per gli uomini, — dissi, — in Italia ci sarebbe già il divorzio.

— Non ce n’è bisogno, — osservò Momina tranquilla, — con un marito ci s’intende sempre.

— Ammiro Clelia, — disse lui, — che non ha nemmeno voluto provare...

Poi balbettò: — Sentite. Non è meglio che ci diamo del tu? Tu Momina una volta me ne davi...

— Non mi pare ma è lo stesso, — disse Momina. — Non per sapere i fatti tuoi, — disse guardandomi, — ma se tu ti sposassi, vorresti fare dei figli?


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