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Fu allora che intravidi per la finestra Gabriella e Oreste arrivare ridendo. Scivolavano sull’erba ripida e ridevano.
Dissi a Pieretto; — E Gabriella? Lei non prende la coca?
— Gabriella ci prende in giro tutti, — disse. — La diverte.
— Ma perché stanno insieme?
— Sono abituati a litigare.
— Non può darsi che si vogliano bene?
Pieretto rise, a modo suo, e fischiettò. — Questa gente, — disse, — non ha tempo da perdere. I suoi problemi sono piú semplici. Casca sempre dalla parte dei soldi.
Poi scendemmo in veranda, e vidi Oreste e vidi lei. Gabriella era già stata da Poli, che aveva stanza separata dalla sua, e aveva detto al ritorno: — Il malato è risorto — . Nessuno parlò della droga. Sia a lei che a Oreste ridevano gli occhi, tanto che ci dimenticammo di Poli. Continuammo a discutere un progetto di andare l’indomani a una festa di paese, a ballare, un paese famoso per la fiera di fine agosto. Quando Gabriella s’eclissò a mezzogiorno, diedi un rapido sguardo a Oreste, e m’accorsi allora che non volle rispondermi. Stava seduto abbandonato, e rimuginava tra sé. Ma ancora gli splendevano gli occhi. Allora pensai sul serio a Giacinta.
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